Covid-19/Fase 2. Tavolo lavoro PD: finanziamenti a fondo perduto e free tax zone per ripartire

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Nei giorni scorsi il tavolo del lavoro del PD Biellese si è confrontato con le associazioni di categoria del commercio e delle attività produttive locali per analizzare diffusamente le grandi difficoltà che si sono incontrate durante la Fase 1 del lockdown e per ragionare insieme sulle misure necessarie ad affrontare la Fase 2 della ripartenza, individuando una road map molto chiara.

Davvero tanti gli spunti emersi. In merito alla Fase 2 appena partita, si è concordato sulla necessità ed urgenza che sia avviato, anche a livello locale, un forte piano di rilancio per l’economia.

BCE e Commissione Europea hanno infatti eliminato i paletti alle politiche di bilancio, di conseguenza, e a cascata, Regione e Comuni possono indebitarsi senza dover rispettare il tetto imposto del patto di stabilità e possono costruire un piano per fronteggiare l’emergenza.

Gli aiuti introdotti con i decreti di marzo ed aprile sono per ora insufficienti ed è necessario che ci sia una concreta presa di consapevolezza da parte dei Comuni. Le Amministrazione devono capire che le drammatiche conseguenze economiche del Covid-19 sono entrate nei bilanci pubblici ma anche nei bilanci delle aziende e delle famiglie.

«Il Decreto Liquidità – sostiene la segretaria dem Rita De Lima -, ha evidenziato difficoltà applicative, soprattutto per l’iniziale atteggiamento di rigidità e cautela del sistema bancario, nonostante l’ABI abbia chiarito che i finanziamenti bancari previsti dal Decreto debbano essere “finanza nuova” e non debbano invece servire ad estinguere posizioni debitorie pregresse. In ogni caso è emersa la scarsa volontà anche da parte delle imprese locali di ricorrere a nuovo indebitamento bancario».

A fronte degli enormi cali di fatturato e al fatto che sono state sospese le tasse ma non altri costi vivi delle imprese, ed evidenziando che già il 30% delle aziende biellesi era in difficoltà anche prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria, è necessario predisporre a livello regionale e comunale ogni tipo di sostegno alle attività economiche.

«Ad esempio – afferma Rinaldo Chiola -, il Comune di Biella ha ipotizzato una sospensione dei tributi per i dehor, ma non basta. Se si vogliono concretamente aiutare le attività commerciali e produttive serve una free tax zone comunale, bisogna pensare a misure necessarie come la moratoria degli affitti, la cancellazione (o una fortissima riduzione) di IMU, Tari e plateatico, da aggiungere ad urgenti provvedimenti nazionali quali ulteriori moratorie di scadenze fiscali, contributive e d’utenze, finanziamenti a fondo perduto per le imprese, prolungamento degli ammortizzatori sociali, sgravi contributivi, forti sgravi per l’acquisto di misure di protezione personale e di sanificazione degli ambienti, reintroduzione dei voucher».

Secondo Michele Lerro «è necessario condividere con i consiglieri regionali e comunali questa road map. Le risorse che gli Enti locali riceveranno dallo Stato centrale dovranno essere utilizzate per sostenere quanto più possibile imprese e famiglie».

Ad ogni buon conto, tutte le problematiche economiche sono inscindibilmente collegate alle questioni sanitarie: i ristoranti, i bar, gli esercizi commerciali dovranno far fronte anche alla gestione delle problematiche sanitarie, perché il rapporto con i consumatori sarà condizionato dalle diminuite capacità economiche di questi ultimi, ma anche dall’effetto panico sanitario che permarrà a lungo in molti consumatori.

Nei prossimi mesi cambierà quindi anche la gestione dello spazio, cosa che riguarderà tutte le aziende (ad es. il trasporto pubblico locale, le scuole, i negozi, le fabbriche, i cinema, le palestre, eccetera). Le imprese non possono essere lasciate sole nella conseguente attività di ripensamento ingegneristico dei luoghi di lavoro.

È fondamentale inoltre un intervento pubblico anche sui redditi di base: di fronte a un’oggettiva carenza d’occupazione, si deve immaginare non una serie di misure, ma una sola misura, cioè il reddito di base. Il reddito delle persone deve essere socializzato e non lasciato solo in carico alle aziende.

È necessario inoltre un vero e proprio patto di solidarietà nazionale in base al quale si faccia rete a tutti i livelli e nel rispetto del quale accedano agli aiuti solo coloro che non possono realmente fare diversamente.

«Bisogna richiedere certezze agli enti preposti per affrontare i problemi relativi alla prevenzione e alla sanificazione degli ambienti. C’è necessità di risorse economiche e politiche per il commercio, bisogna valorizzare anche sotto l’aspetto normativo lo smart working che ha dato buoni risultati nella fase di lockdown consentendo a tante aziende pubbliche e private di continuare a svolgere la propria attività», conclude Chiola.

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