Covid-19. Il valore di un gemellaggio tra due città: da Weihai (Cina) 10mila mascherine per i biellesi

0

Capita spesso di chiedersi quale sia il valore reale di un gemellaggio tra due città di Paese diversi, magari lontani. Sotto il profilo amministrativo, è sicuramente una buona possibilità di scambio, di crescita, di confronto. In alcuni casi, di mutuo aiuto, quindi, in definitiva, di solidarietà.

Economicamente, un gemellaggio ha dei costi, ma non sono cifre da capogiro. E se anche succede, una volta nella vita, per così dire, che nel corso di una pandemia ti arrivano dalla Cina qualcosa come 10mila mascherine, beh, forse forse, quei soldi sono stati spesi bene.

Questo a titolo puramente esemplificativo, perché in condizioni normali (extra Covid-19) il gemellaggio ha di norma profili commerciali e di scambio, anche di idee. In poche parole, crediamo che il procedimento amministrativo che crea un ponte, solido, tra due città, indipendentemente dalla distanza, sia sempre cosa buona e giusta.

Certo, non è che si sceglie a caso la città con cui gemellarsi. Solitamente c’è un’affinità. Lo stesso core business, ad esempio, come ha giustamente sottolineato ieri il sindaco Claudio Corradino. Nel caso di Biella e Weihai (Cina) è il tessile. I gemelli cinesi, evidentemente, hanno dovuto affrontare per primi, e prima di noi, il flagello del Coronavirus.

Per questo, adesso che lì le cose vanno un po’ meglio, hanno deciso di donare alla Città di Biella 10mila mascherine. Sono in viaggio, ma giusto ieri, martedì 14 aprile, è stato il nostro primo cittadino a darne notizia, ringraziando la solidarietà che arriva da lontano e invitando a Biella, appena possibile, il sindaco di Weihai, Zhang Haibo, per poterlo conoscere e ringraziare di persona a nome della collettività.

Condividi:

Commenti chiusi