Politica&Fango. A ognuno il suo Torquemada… Quello del ministro Azzolina si chiama Massimo Arcangeli

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Per dare un nome alle cose, o alle situazioni, e per darlo in modo appropriato e corretto (anche semanticamente) occorre andare a fondo. Come diligenti palombari, non ci si può fermare al pelo dell’acqua, ma andare in profondità, per vedere anche il fondale. E da lì avere una prospettiva generale, un punto di vista completo.

Simpatia e antipatia sono sentimenti umani. Due estremi, nel mezzo dei quali c’è l’indifferenza. Si può essere epidermicamente simpatici a qualcuno, nella stessa misura in cui si può essere antipatici a qualcun altro. Fin qui, nulla quaestio. Umano, come si diceva.

Dopodiché, normalmente, se una persona, un conoscente, un collega, perfino un parente ci sta antipatico, beh, lo si lascia al suo destino. Ognuno a casa propria, ognuno per la propria strada. Non ci si perde di certo il sonno, in situazioni del genere. Giusto?

Ora, che Lucia Azzolina stia particolarmente antipatica a Massimo Arcangeli, linguista, docente universitario (ex preside della facoltà di Lettere all’Università di Cagliari) ed esaminatore dello stesso neo ministro all’epoca in cui sostenne il concorso per accedere all’insegnamento nelle scuole superiori, pare una verità apodittica.

Anche senza un perché. Basta quella sensazione epidermica di fastidio, di prurigine, non meglio precisata né motivata.

Da lì in avanti, però, le cose cambiano. Perché, se il suddetto cattedratico-esaminatore continua ad accanirsi contro Lucia Azzolina, viene il sospetto che, sotto sotto, possa esserci qualcosa che sfugge ai più, compresi noi…

Già, perché evidentemente al professor Arcangeli non è bastato promuovere Lucia Azzolina ben due volte, per renderla, in un momento successivo, abile al ruolo che le è stato assegnato, quello di ministro dell’Istruzione.

Nemmeno se ne fosse appropriata lei con un colpo di mano degno del miglior Dionigi, tiranno di Siracusa (anch’egli siculo, come il ministro Azzolina) del secondo millennio dopo la nascita di Cristo.

Attenzione, proviamo a ragionare insieme, in termini di pura logica: abbiamo appena affermato che il prof Massimo Arcangeli ha promosso la prof Lucia Azzolina ben due volte. Non abbiamo bevuto, non ci si sdoppia la vista…

L’ha promossa una prima volta da esaminatore: la prof Azzolina ha superato il concorso “pur non avendo brillato”. Ma l’ha superato, e tant’è.

L’ha promossa una seconda volta quando, poche ore dopo la prova, quantomeno con una certa ineleganza, l’ha bacchettata (meglio, fustigata!) sulla propria pagina Facebook per una battuta forse infelice della candidata Azzolina, rea di aver dichiarato alla giornalista de L’Espresso che in data 2 giugno l’aveva intervistata: «Sarebbe bello se l’orale fosse anonimo, perché la verità è che dovrò studiare il doppio rispetto agli altri. E questo non le nascondo che mi crea molta ansia».

“Umano, troppo umano”, per dirla con le parole di un certo Friederich Nietzsche. Cosa c’è ancora da spiegare? Lucia Azzolina vuole fare bella figura perché è già una parlamentare della Repubblica e, per giunta, fa anche parte della commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera. Conseguentemente si sente, se possibile, ancora più “sotto esame” dei suoi colleghi.

L’ansia? Ci mancherebbe ancora… Sarebbe non strano, di più, se una siffatta candidata non provasse ansia in simili circostanze. Manco fosse un robot o un androide…

Fatto sta che quella dichiarazione di Lucia Azzolina ha inopinatamente e irrimediabilmente indispettito il presidente della commissione Sardegna. Mah…

Qui viene il bello: in un post che assomiglia più ad un panegirico che a una comunicazione social, il 9 luglio 2019 Arcangeli scrive testualmente: “Non è che non potesse permettersi di fare brutta figura, lei che è anche sovraesposta sui media, di fronte a una commissione severa (lo siamo stati, in effetti, ma quando abbiamo dovuto giudicare un candidato non idoneo lo abbiamo sempre fatto con dispiacere, non ne abbiamo mai gioito). Il motivo è evidentemente un altro. Lucia Azzolina è l’esponente “fuoriquota” di turno di un partito anticasta, anticricca e antisistema, ed essendo notoriamente la scuola, l’università e la pubblica amministrazione i luoghi in cui si annidano gli esemplari peggiori di una prolifica specie giudicata fannullona, maneggiona e trafficona, è meglio mettere le mani avanti e le cose in chiaro: mi avete costretto esimi commissari a uno studio matto e disperatissimo perché, quando mi interrogherete, non vi basterà negarmi impietosi un occhio di riguardo ma infierirete su di me, mi farete il terzo grado, godrete nel mettermi in difficoltà e favorirete invece, come vostro solito, gli amici degli amici (e dei parenti degli amici)”.

E continua: “Doveva dimostrarsi tranquilla, l’onorevole Azzolina, e lasciare a casa l’ansia. L’abbiamo trattata come una candidata qualunque che si presenti a un concorso pubblico serio per essere esaminata e valutata per ciò che realmente vale. Non ci siamo prodotti né in genuflessioni né in accanimenti. Se avessimo ritenuto inadeguata la sua preparazione, l’avremmo respinta senza esitazione, come abbiamo fatto per diversi altri candidati […]”.

Eccoci qua, cari amici lettori, siamo di fronte al più classico degli attacchi POLITICI da Ancien Régime, da giannizzero della Restaurazione contro quei cattivoni del M5S, gente che sa solo infangare le Istituzioni. Nientepopodimeno che l’evidente rappresentazione dell’odioso crimine di lesa maestà in tutta la sua fulgida cogenza…

Il problema, quindi, non è tanto Lucia Azzolina in quanto professoressa candidata ad un concorso pubblico, al contrario, è Lucia Azzolina in quanto parlamentare del M5S.

BINGO!

Da quel 9 luglio 2019, di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta, ma l’infaticabile linguista, sulla sua pagina Facebook (la prima delle tre che gestisce, non una… TRE!) continua imperterrito e in modo ossessivo ad alimentare la macchina del fango contro Lucia Azzolina.

Dal 29 dicembre 2019 ad oggi, più indietro non si riesce ad andare (probabilmente a causa di qualche impostazione di privacy), la pagina social di Massimo Arcangeli è un attacco continuo, addirittura con una petizione contro di lei, nei confronti del neo ministro dell’Istruzione.

Non sappiamo a voi, cari lettori, ma a noi più di qualche dubbio viene sulle reali motivazioni di cotanto linguista, docente, esaminatore, “talpa” de La Repubblica e, in definitiva, ministro mancato?

Il patetico starnazzare della politichina biellese, in confronto, assomiglia alle “miccette” contro le bombe carta.

 

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