Il disegno di legge Zan, noto come DDL Zan, è una proposta legislativa italiana volta a contrastare le discriminazioni e le violenze basate su sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità. Il percorso di questa legge è stato caratterizzato da dibattiti accesi, approvazioni parziali e, infine, un arresto significativo nel suo iter legislativo.

Il DDL Zan prende il nome dal deputato Alessandro Zan del Partito Democratico, promotore principale della proposta. Il disegno di legge è il risultato dell’unificazione di diverse iniziative legislative presentate alla Camera dei Deputati a partire dalla primavera del 2018. L’obiettivo principale è introdurre misure specifiche per prevenire e contrastare le discriminazioni e le violenze fondate su sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità. Tra le disposizioni chiave, il DDL propone l’estensione degli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale (legge Mancino) per includere questi ambiti di discriminazione, l’istituzione di una Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia il 17 maggio, e l’invito alle pubbliche amministrazioni e alle scuole a organizzare iniziative di sensibilizzazione in tale data.
Iter legislativo e approvazione alla Camera
Dopo un periodo di discussione in Commissione Giustizia, il testo unificato del DDL Zan è stato adottato come base per il dibattito parlamentare il 14 luglio 2020. Il 4 novembre 2020, la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge con 265 voti favorevoli, 193 contrari e un astenuto, trasferendo così il testo al Senato per l’esame successivo.
Il DDL Zan ha incontrato una forte opposizione da parte di alcuni partiti politici, in particolare Lega e Fratelli d’Italia, che hanno espresso preoccupazioni riguardo a una potenziale limitazione della libertà di espressione e all’introduzione del concetto di “identità di genere” nelle scuole. Anche la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) ha manifestato riserve sulla proposta di legge, temendo possibili restrizioni alla libertà religiosa.
Arresto al Senato
Il 27 ottobre 2021, durante la discussione al Senato, è stata approvata una mozione procedurale nota come “tagliola”, proposta da Lega e Fratelli d’Italia, che ha bloccato l’esame degli articoli del disegno di legge. La mozione è passata con 154 voti favorevoli, 131 contrari e 2 astenuti, interrompendo di fatto l’iter legislativo. Secondo il regolamento del Senato, una proposta di legge respinta in questo modo non può essere ripresentata per almeno sei mesi.
Situazione attuale e prospettive future
A seguito dell’arresto al Senato, il DDL Zan non è stato ripresentato nel corso della XVIII legislatura. La questione delle discriminazioni basate su orientamento sessuale e identità di genere rimane un tema di dibattito pubblico e politico in Italia, ma al momento non sono in corso iniziative legislative specifiche che riprendano integralmente i contenuti del DDL.
Il DDL Zan rappresenta un tentativo significativo di ampliare le tutele legali contro le discriminazioni in Italia. Nonostante l’approvazione iniziale alla Camera dei Deputati, l’opposizione politica e le procedure parlamentari hanno impedito la sua definitiva approvazione. Il dibattito su questi temi continua, evidenziando la necessità di un confronto approfondito e di soluzioni condivise per affrontare efficacemente le discriminazioni e le violenze basate su sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità.